giovedì 30 ottobre 2014

Google Glass... non solo per Nerd

I Google Glass, gli occhiali a realtà aumentata marcati big G, possono sembrare una cosa con un target ben definito: i Nerd! In realtà possono avere infinite funzionalità. Le funzionalità possono essere effettivamente utili o meno a seconda dell'impiego che ne fa l'utente. Un esempio d'impiego dei Glass è stato presentato dal chirurgo statunitense Rafael Grossmann e dalla  School of Interactive Computing della Georgia Tech.


Rafael Grossman è un chirurgo statunitense che lavora  presso l'Eastern Maine Medical Center. Sul suo blog, in un post intitolato "Glass, passami il bisturi", ha effettuato un intervento in live streaming  allo stomaco di un paziente, previo suo consenso, dimostrando un potenziale didattico non indifferente per la medicina.

"Ho preso ogni precauzione per assicurare che la privacy del paziente, da cui ho ottenuto un consenso informato, fosse tutelata", spiega Grossman sul suo blog che lo streaming di video e foto non hanno mai mostrato dati identificativi né il volto del paziente.

Il Dottor Rafael Grossman

"Volevo dimostrare che questo è uno strumento intuitivo con grandi potenzialità per la salute, in modo particolare per la chirurgia. Potrebbe migliorare le consultazioni all'interno di una equipe, favorire il parere di esperti dall'esterno, ma anche rivelarsi un utile strumento didattico". 

"Credo sia la prima volta che i Glass entrino in una sala operatoria - conclude il Dr. Grossmann - siamo riusciti a mostrare anche la tecnica endoscopica in modo veloce, economico e mantenendo anonima l'identità del paziente" 

Un altro utilizzo viene mostrato grazie ad un team di ricercatori del Georgia Institute of Technology che, mediante l'utilizzo di un'applicazione appositamente sviluppata, va in aiuto di persone con problemi uditivi.

Il funzionamento è semplice:


  1. Indossare i Google Glass e porgere il proprio smarpthone all'interlocutore perché vi parli dentro.
  2. Il microfono integrato all'interno dello smartphone invia le parole pronunciate dall'interlocutore, sintetizzandole attraverso il sistema di riconoscimento vocale di Android e le traduce in testo scritto. 
  3. Il flusso di parole viene quindi inviato agli occhiali e proiettato sul monitor oculare.

L'utilizzo del microfono di un telefono invece di quello integrato nei Glass potrebbe sembrare scomodo ma permette di avere un testo preciso e privo di errori generati dalla distanza del microfono dei Glass dall'interlocutore.

di seguito lascio un video dimostrativo con Jim Foley, della School of Interactive Computing della Georgia Tech.




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